Calcolo della carbon footprint: vantaggi e nuove opportunità

Le aziende non possono più ignorare l’impatto ambientale delle loro operazioni e per diversi fattori. C’è la pressione normativa da considerare, certo, ma c’è anche qualcosa di più interessante e meno noto: la sostenibilità è ormai un vero e proprio elemento competitivo e questo può diventare il punto di partenza per un ripensamento strutturale del business.

Cosa si intende per carbon footprint aziendale

La carbon footprint misura il totale delle emissioni di gas serra (espresso in CO₂ equivalente) generate da un’azienda, sia direttamente che indirettamente. Questo significa conteggiare l’impatto generato dalla produzione, dall’energia consumata, dai trasporti, dalla logistica, da tutte le attività che contano nell’attività aziendale. Questo calcolo non è semplice: richiede una raccolta rigorosa dei dati, una scelta corretta dei fattori di emissione e infine un inventario strutturato che permetta di capire dove sono gli sprechi.

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    Perché calcolare questo impatto conviene davvero

    Non tutti sanno che calcolare la carbon footprint produce dei vantaggi concreti, che per giunta arrivano subito: riduzione dei costi (quando scopri le inefficienze energetiche nascoste), accesso a clienti e investitori che guardano al clima, conformità alle nuove norme europee. Per questa ragione, un’analisi delle emissioni condotta in modo professionale può diventare, sorprendentemente, anche uno strumento strategico in grado di ridefinire totalmente il posizionamento dell’impresa nel mercato.

    EY invita a considerare il fatto che conoscere l’entità e le caratteristiche delle proprie emissioni permetterà di valutare l’esposizione dell’azienda ai rischi legati a un inasprimento delle politiche ESG, visto che è plausibile immaginare scenari futuri più restrittivi. Allo stesso modo, una ricerca di Normative evidenzia quanto la rendicontazione delle emissioni migliori la reputazione dell’azienda, migliorandone la competitività sul mercato.

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    Perché questo approccio può convenire alla tua azienda

    Misurare le emissioni richiede metodo: bisogna identificare le fonti, raccogliere i dati, applicare i fattori di conversione, saper leggere i risultati. Quando un’azienda si affida a professionisti per questo lavoro, il calcolo si trasforma in opportunità: sviluppo di prodotti a basso impatto, accesso al mercato dei crediti di carbonio, una comunicazione sul tema che regge effettivamente al monitoraggio dei risultati.

    Alcune aziende l’hanno capito prima di altre, adottando sistemi digitali per controllare in tempo reale i consumi energetici e le emissioni nella logistica, nei server, nei magazzini. Risultato? Una riduzione sia delle emissioni che dei costi operativi. Non è uno scenario teorico, è quello che accade davvero quando si domina il processo. Questa strada è stata seguita, ad esempio, da Intesa Sanpaolo in collaborazione con NTT.

    Un’altra opportunità è l’introduzione di prodotti “carbon-accounted”, con etichette che indicano le emissioni generate dall’intero processo. Secondo Earth.org, il 64% dei consumatori, in tutto il mondo, dichiara di preferire prodotti che garantiscano trasparenza nella comunicazione sulle emissioni prodotte. La riduzione dell’impatto nella supply chain può inoltre diventare un ulteriore vantaggio: un’azienda che misura e comunica le proprie emissioni può infatti chiedere ai fornitori di fare lo stesso, creando un intero ecosistema sostenibile e coerente.

    Trasparenza come identità aziendale

    Il calcolo della carbon footprint spinge un’azienda a rispondere a una domanda semplice, ma “insidiosa”: dove e come produciamo emissioni? Quando un’azienda conosce davvero la risposta, il modo in cui comunica con clienti, partner e investitori cambia e non implica più dichiarazioni vaghe, ma una nuova responsabilità, concreta e verificabile. È proprio qui che si attiva una trasformazione più profonda. Le aziende che integrano la misurazione delle emissioni nel loro modello operativo stanno infatti costruendo, giorno dopo giorno, un profilo diverso: quello di imprese coerenti, che sanno muoversi con abilità in un mercato che richiede un allineamento tra profitti e riduzione dell’impatto ambientale. Non è più una “sostenibilità da comunicato stampa”. È ormai sostenibilità strutturale.

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